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La specializzazione delle Sezioni Famiglia e degli Avvocati di famiglia

Intervento dell’Avv. Maria Pia Lessi al Convegno dell’Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia  del 26.03.2010 a Livorno sul tema: ” Le riforme del codice di procedura civile: aspetti relativi al diritto di famiglia”

Presento alcune riflessioni sulla proposta di articolato di riforma del processo di famiglia dell’Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia in 2 aspetti significativi: la specializzazione della sezione famiglia del Tribunale e la specializzazione dell’avvocato/a di famiglia.
Mi sembra che la previsione di sezioni specializzate del diritto di famiglia in sede di Tribunale Ordinario con formazione monocratica sia piu’ rispondente alle attuali esigenze delle famiglie in questa fase storica, che vede un contesto assolutamente diverso da quello in cui le normative processuali sono state emanate.
Anzitutto perche’ si supera la violazione dei diritti dei figli nati fuori dal matrimonio (oggi il 23%…. quasi 1 su 4!…) che oggi sono affidati alla giurisdizione del Tribunale dei Minori, con sede regionale e impostazione pubblicistica, mentre i figli nati da coppie coniugate fruiscono di un Tribunale ordinario, prossimo al luogo in cui vivono, con il contraddittorio pieno e la facolta’ di piena istruttoria….
Mi sembra che sia condivisa la necessita’ di adeguamento delle regole processuali alle esigenze attuali a partire dalla considerazione del contesto diverso da quello in cui le normative processuali sono state emanate.
Basti pensare a questi proposito che il Tribunale dei Minori fu istituito nel 1934 a protezione degli orfani di guerra mentre la struttura processuale del codice, sostanzialmente confermata anche dalle riforme parziali, risale al 1942, con udienza presidenziale assolutamente congrua alla codicistica del periodo fascista, quando ancora non era stata emanato il diritto di famiglia, era vigente la patria potesta’, men che meno si parlava di divorzio; l’obiettivo della udienza presidenziale era riconciliare i coniugi…..
Oggi, dopo riforme del diritto di famiglia, il divorzio, l’affido condiviso, il ruolo diverso delle donne, il ruolo diverso dei padri, il tentativo che esperisce il Presidente del Tribunale non e’ piu’ di riconciliazione, ma di sensibilizzazione.
Peraltro le consensuali raggiungono l’86% dei casi a riprova di una  competenza delle parti, sostenute dai loro legali, di gestire la loro autonomia privata e organizzare quello che chiamo “ il piano d’impresa della famiglia in crisi”.
Le famiglie del III millennio sono soggetti degni di fiducia, capaci di autonomia privata, di conoscere le diverse sedi di soluzione dei conflitti sia relazionali che patrimoniali, anche extra processuali, come la mediazione, e quelle che arrivano al giudizio in forma conflittuale hanno necessita’ di una competenza specifica di Giudici e avvocati.
Per questo mi sembra che la formazione dei magistrati di famiglia sia importante e per questo segnaliamo l’opportunita’ che il Giudice togato sia la sola figura deputata a trattare gli affari relativi alla famiglia, in questo concordando con la posizione espressa da AIAF.
Quando si parla di specializzazione dell’avvocato di famiglia, penso non tanto alle forme di specializzazione su cui continuare a discutere, ma a richiamare quanto gia’ previsto agli artt. 12 e 13 Codice deontologico sul dovere di competenza e aggiornamento professionale.
Non mi sembra un caso che la stragrande maggioranza delle familiariste siamo donne, perche’ il talento della integrazione delle competenze e la competenza interdisciplinare; le conoscenze delle discipline sociali e psicologiche, la capacita’ di negoziazione e gestione del conflitto sono riconosciuti, anche a livello di impresa, come skills soprattutto femminili.
Da parte degli avvocati di famiglia, quindi, una competenza di valorizzazione della autonomia negoziale delle parti e capacita’ e potere di autoregolamentare i loro rapporti.
Nella relazione del Forum di Roma del 2009 dell’ Osservatorio del Diritto di Famiglia e’ emersa con chiarezza la funzione attiva dell’avvocatura e si richiamava il dovere di competenza e di aggiornamento che si traduceva, oltre alla preparazione giuridica, in 3 sostanziali aree di intervento.
Riporto testualmente: “E’ importante che gli avvocati impegnati in una causa di diritto di famiglia sappiano mantenere sempre alta la capacità di ridefinizione delle richieste del proprio cliente. Gli avvocati partecipano alla giurisdizione a quella “attuazione dei fini di giustizia” di cui si parla nel preambolo del codice deontologico. Si tratta di una funzione che va al di là di quella tradizionale di “esperti”. La capacità di ridefinizione è la capacità di valutazione della plausibilità e della congruità di una domanda rispetto al contesto giuridico e giudiziario in cui deve essere proposta.
E’ necessario che nelle cause di diritto di famiglia gli avvocati tengano in massima considerazione i legami familiari. Il contenzioso nel diritto di famiglia si ripercuote sui legami familiari e parentali. Il sistema famiglia è una rete di scambi, legami e relazioni da cui dipende l’’equilibrio delle persone. Anche quando i legami sono patologici il problema è sempre quello di passare da un equilibrio ad un altro. L’obiettivo è superare i legami non distruggerli. La distruzione dei legami familiari è contraria agli interessi del proprio assistito e a quello dei figli. Si possono distruggere legami familiari con una denuncia falsa di abusi sessuali, con l’’annientamento economico dell’’altro, con comportamenti di alienazione genitoriale.
L’avvocato impegnato in una causa di diritto di famiglia dovrebbe assumere un paradigma professionale interattivo al posto di quello tradizionalmente contrappositivo. Se si assume questo punto di vista molti comportamenti diventano quasi doverosi, anche se la violazione di questi comportamenti in assenza di norme che li prevedano come dovuti non possono che restare nel campo delle scelte del professionista. Si tratta quindi di semplici linee guida. La capacità di interagire con la controparte è in grado di facilitare, ove possibile, la conciliazione, la consensualizzazione, la mediazione, anche nella direzione auspicata dalle attuali deleghe legislative in materia di conciliazione delle controversie civili.
L’interazione con altri saperi professionali e con i servizi del territorio è un obbligo per il giurista nel diritto di famiglia. “
In questo senso una specializzazione di magistrati e avvocati puo’ offrire un migliore sostegno alla coppia in crisi per affrontare e sostenere il conflitto familiare, salvaguardando i legami e i patrimoni.

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