Intervento dell’Avv. Maria Pia Lessi al convegno dell’ Osservatorio Nazionale sul Diritto di famiglia del 06.11.2010 a Livorno sul tema ” La responsabilità genitoriale: aspetti civili, penali, processuali”
Al termine di questa mattinata di lavoro che ha visto trattare il tema della responsabilita’ genitoriale dal punto di vista penale dal Dott. Luigi De Franco, magistrato della Corte d’Appello di Firenze, dal punto di vista civile dall’Avv. Gabriella Stomaci del Foro di Firenze e dal punto di vista processuale dall’Avv. Vecchio dell’Universita’ di Pisa, mi preme sottolineare alcuni elementi.
1- Negli ultimi anni, dopo le grandi riforme degli anni 70 (diritto di famiglia, divorzio) si e’ affermata sempre piu’ una visione di famiglia come comunita’ di affetti e relazioni.
Il rapporto tra genitori e figli da “patria potestà”, diritto dovere di educare i figli del marito capo famiglia, e’ passato a “potesta’ genitoriale” con la riforma del diritto di famiglia del 1975 come diritto dovere di madre e padre.
2- Con la legge 5412006 il centro dell’attenzione si sposta sui figli che hanno diritto di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi.
La normativa e’ coerente con i principi della Carta di Nizza e di Lisbona, con le direttive europee e impone a tutti gli operatori del diritto di famiglia di considerare prioritario il mantenimento dei legami genitoriali anche nel momento di crisi della coppia.
3- Il mutamento di prospettiva a cui la legge ci chiede di indirizzare la persona in crisi coniugale che a noi legali si rivolge e’ quello di passare da “ quanto mi spetta avere il figlio/a” a “ quale impegno mi assumo nei confronti del figlio”.
Da questo mutamento di prospettiva derivano tutte le conseguenze di carattere praticogestionale nel faticoso quotidiano della coppia separata.
Nell’esperienza livornese, verificata comune pero’ ad altre realta’ italiane, oltre il 70% delle cause di separazione si risolve in via consensuale, e anche il 30% delle giudiziali trova un componimento nei 23 dei casi, per cui le coppie che restano conflittuali sono in realta’ solo il 10% dei casi.
Questo dato e’ a mio parere significativo della competenza relazionale delle giovani madri e padri, visto che le statistiche ci indicano una diffusione sempre maggiore di separazioni e divorzi (v.allegate schede Istat).
4- La crescita di liberta’ femminile e consapevolezza delle giovani donne consente loro di affrontare con serenita’, ed anzi, nella maggior parte dei casi promuovere un costante e pieno rapporto dei figli col padre, mentre i giovani padri stanno acquistando una capacita’ di cura al di la’ del tradizionale “ diritto di educare” i figli.
5- Cio’ nonostante residuano casi pesanti di inadempimento della responsabilita’ genitoriale.
Il piu’ diffuso inadempimento alla responsabilita’ genitoriale e’ sottrarsi agli obblighi di mantenimento dei figli, che, anche se i genitori si separano, dovrebbero continuare a fruire dello stesso tenore di vita che avevano durante la convivenza dei genitori.
Assistiamo a una vertenzialita’ sia nella fase precedente alla separazione col tentativo di eludere gli accertamenti reddituali per minimizzare il contributo sia nella fase del recupero di assegni di mantenimento non versati o delle cd. spese straordinarie (corsi scolastici, sport, spese mediche dei figli anticipate dalle madri che poi devono recuperarle dai padri). Questi casi mostrano resistenze forti a questo tipo di assunzione di responsabilita’ specie da parte dei padri.
Ancora piu’ significativa e’ pero’ l’inadempimento alla responsabilita’ genitoriale che si traduce nella mancata presenza accanto ai figli, sia nel senso di padri che non si prendono cura dei figli nei tempi previsti (vacanze etc…) sia nel senso di padri che delegano a terzi, spesso le nuove compagne, la cura dei figli nei tempi in cui sono ad essi affidati.
Se l’inadempimento da parte dei padri e’ piu’ diffuso prevalentemente “ per difetto”, quello da parte delle madri, meno diffuso ma piu’ mediaticamente conosciuto per la grande capacita’ comunicativa delle associazioni dei padri separati, e’ “ per eccesso”.
E cosi’ l’inadempimento materno alla responsabilita’ genitoriale si traduce nel sottrarre i figli ai padri nei casi piu’ gravi con trasferimenti in altra sede o resistenze continuate alla presenza dell’altro genitore.
6- In questi casi, in cui la coppia non ha elaborato la sofferenza della separazione, i figli divengono oggetti di scontri anche giudiziari, con esiti sempre non soddisfacenti per i tempi lunghi delle decisioni e l’inadeguatezza di strumenti coercitivi sulle relazioni.
Per questo gli operatori del diritto piu’ consapevoli, avvocati e giudici, indirizzano in questi casi la coppia fortemente conflittuale a percorsi volti a far recuperare ai genitori quelle competenze di base che sono necessarie ai loro figli.
Per tutti questi motivi il ruolo dell’avvocato matrimonialista richiede competenze professionali, relazionali, di integrazione con altri operatori ( mediatori familiari tra i primi) che le associazioni tendono a promuovere.